Irlanda: In pochi alla “Veglia per la Vita”, nonostante i tanti soldi spesi

 Sabato a Dublino ha visto un altro disperato tentativo da parte della coalizione "anti-scelta" [ossia contro la scelta della donna di decidere – ndt.] di evitare che il Dáil (la Camera irlandese) introduca legislazione che permetterebbe l’aborto in casi in cui la vita della donna è in pericolo.

 Sabato a Dublino ha visto un altro disperato tentativo da parte della coalizione "anti-scelta" [ossia contro la scelta della donna di decidere – ndt.] di evitare che il Dáil (la Camera irlandese) introduca legislazione che permetterebbe l’aborto in casi in cui la vita della donna è in pericolo. Nonostante mesi di preparazione, comportando una spesa che deve essere stato vicino a un milione di euro, e nonostante che i parroci, durante la messa in ogni parocchia, abbiano reso obbligatorio la partecipazione a tutti i cattolici, meno di 15.000 si sono presentati alla manifestazione. Rispetto alle 150.000 donne che hanno dovuto viaggiare per ottenere aborti negli ultimi decenni, ciò equivale a quasi nulla, un pugno di fanatici trasportati in autobus da tutto il paese [Original in English]


 

Ci sono sempre discussioni sui numeri dopo una tale manifestazione e non abbiamo intenzione di dire di aver contato la folla: non l’ha fatto nessun altro a quanto sembra perché non abbiamo visto alcuno farlo nonostante il fatto che il punto di ingresso molto strettamente controllato l’avrebbe facilitato. Quello che possiamo dire comunque è che lo spazio in cui la manifestazione si è svolta è troppo piccolo per contenere i 25.000 che inizialmente sia Caroline Simons [1] che Eoghan de Faoite, il leader normalmente reticente di Youth Defence [2], hanno proclamato dal palco. Alcune ore dopo la manifestazione, gli organizzatori hanno deciso che era il caso di rivendicare una cifra ancora più ridicola: 30.000 e più, probabilmente a causa della facilità con cui sono riusciti a convincere i media a ingoiare la cifra di 25.000. La pagina Facebook di Family & Life, fronte di Youth Defence, si spinse fino ad affermare che la folla "sembrava" 50.000.

Non c’è nulla di nuovo in tutto questo: anche Youth Defence ha cercato di moltiplicare il numero di partecipanti alla loro manifestazione lo scorso novembre per un fattore di 3, trasformando una partecipazione molto scarsa di 2-3.000 in 10.000. Anticipando questo, un gruppo di militanti del WSM è andato alla "Veglia per la vita" e l’ha percorso da un capo all’altro più volte per stimare la densità della folla, per vedere chi c’era veramente, per poter offrire una ragionevole stima del numero totale di chi è così bigotto in Irlanda da voler negare alle donne un aborto per salvarli la vita, solo per motivi religiosi.

I nostri militanti hanno segnalato i seguenti punti:

* La prima cosa da notare era la quantità enorme di denaro che era stata spesa. Due schermi giganti da concerto erano stati eretti, così come un grande palcoscenico. Questi elementi da soli sarebbero costati molte volte l’importo totale che la rete "pro-choice" [4] ha avuto a disposizione per l’organizzazione della veglia in sostegno a Savita Halappanavar [5] nel mese di novembre, di simili dimensioni.

* C’erano mucchi enormi di costosi cartelli prestampati a colore. Non lasciavano che la gente entrasse con cartelli propri: i nostri militanti erano testimoni di una scena dove una donna litigava furiosamente con tre del servizio d’ordine che si rifiutavano di lasciarla entrare con un cartello che diceva "Il ‘Regno’ dice NO all’aborto" (foto sotto) [6]. Sembrava anche che la polizia aiutasse con questa operazione, dal momento che abbiamo visto il servizio d’ordine che sequestrava una croce gigante da una figura col manto rosso e la croce è stato poi portato in una tenda (vedi foto) da un poliziotto. Non siamo sicuri esattamente quale legge il poliziotto in questione immaginava di applicare.

* La maggior parte dei partecipanti era composta di persone anziane e dei loro nipoti. Era evidente che c’erano pochissime donne di un’età in cui potrebbero iniziare una gravidanza, ma come negli eventi simili precedenti, quelli che erano presenti sono state spinte verso l’inizio del corteo, in modo da poter offrire foto e video ingannevoli per l’impiego di propaganda da parte di Youth Defence e gli altri organizzatori.

* C’erano gruppi di attivisti anti-scelta spagnoli, americani e britannici presenti e secondo Twitter almeno un attivista statunitense ha detto che il suo biglietto aereo per Dublino gli era stato pagato. Non era sufficiente per fare alcuna differenza nei numeri, ma ci ricorda il modo in cui la lotta per negare alle donne il controllo sul proprio corpo sia vista come una crociata dal movimento cosiddetto "pro-life" a livello internazionale.

* La strada (Merrion Sqare South) è stata isolata da entrambi i lati da un gran presenza di servizio d’ordine che scrutinava chiunque entrasse e non ammettava altri. Non ci è chiaro quale legge consentiva loro il diritto di negare l’accesso a una strada pubblica.

I numeri reali

In termini di numeri, i nostri militanti hanno riferito che i partecipanti non erano compatti e che l’intero marciapiede sul lato sud era stato chiuso dalle barriere, riducendo notevolmente lo spazio disponibile sulla strada. Hanno inoltre riferito che, a partire da circa 15 minuti dopo l’orario di inizio (16,30), ripetuti annunci sono stati fatti per chiedere ai partecipanti di arretrare a causa della calca vicino al palco. Nessuna calca è stato segnalato dal fotografo di Rabble che si trovava sul palco. Presumibilmente si trattava di un tentativo di far sì che i partecipanti riempissero più della strada. Quando i nostri militanti hanno lasciato la zona, circa 22 minuti dopo l’orario di inizio, l’ultimo terzo della strada era ancora piuttosto vuoto (vedi foto), e erano pochi quelli che continuavano ad arrivare.

La superficie massima occupata è stato quindi definito tra le due barriere del servizio d’ordine alle due estremità di Merrion Square South. Parte di quello spazio era occupato da un numero di tende, dagli schermi enormi e dal grande palco. E come detto sopra, il marciapiede sul lato sud era completamente bloccato dietro le transenne. Quindi c’era uno spazio massimo ben preciso che avrebbe potuto essere occupato.

I nostri militanti presenti hanno utilizzato l’app Crowdsize per smartphone per stimare quante persone avrebbero potuto essere presente (vedi foto sotto). Si tratta di un semplice processo di consultare una mappa della zona e tracciare una casella attorno all’area occupata – molto facile in questo caso, dato che era interamente circondato da transenne – e poi indicare una stima della densità della folla. Siamo stati in realtà molto generosi, scegliendo la massima densità disponibile nonostante il fatto che era evidente che la folla non era compatta. Come si può vedere sotto, questo indica una partecipazione massima di 14.370 persone. Non c’è fisicamente modo di far entrare 25.000 persone nello spazio disponibile senza che siano uno sopra le spalle degli altri – e la gente presente alla "Veglia per la Vita non era proprio il tipo da concerti rock. Sono semplicemente ridicole le stime di 30.000 o 50.000.

Si potrebbe sostenere che c’erano molto meno di 15.000, per via del palco, degli schermi e delle tende, ma lasciamolo per il momento. Negli ultimi decenni 150.000 donne hanno dovuto "votare con i piedi", facendo il viaggio costoso e spesso difficile all’estero per un aborto. Per ogni dieci di quelle donne solo un bigotto è stato disposto a passare un’ora di tempo in Merrion Square per chiedere che le donne in futuro debbano intraprendere quel viaggio anche loro. Pochi, pochissimi di quei fanatici bigotti erano donne in età fertile.

Vista l’enorme quantità di soldi spesi e l’ordine dagli altari domenica scorsa perché i cattolici partecipassero, questa poca affluenza è un disastro per il movimento "anti-scelta" e per la Chiesa cattolica. Nonostante i pullman gratis da ogni angolo del paese, solo un piccolo, piccolissimo percentuale di cattolici ha ascoltato i loro preti e ha partecipato. Gli organizzatori sono notoriamente restii sul loro finanziamento sia in termini di quanto si spende che la provenienza del denaro, ma non è esagerato dire che se avessero assunto delle persone per €10 l’ora per stare lì ad ascoltare i loro discorsi, avrebbero comprato una folla più grande due o tre volte quella di 15.000 che ha partecipato.

Una nota positiva: sabato ha visto anche un incontro nazionale di attivisti "pro-choice" a Dublino, che ha lanciato la "Campagna per i diritti all’aborto". Questa campagna ha lo scopo non solo di assicurarsi che il governo legifera a favore delle tante X del paese, ma molto più importante ancora, di lottare a favore di tutte le donne nel chiedere che l’accesso all’aborto sia libero, sicuro e a richiesta, come parte di un sistema sanitario pubblico con sufficiente risorse. Coloro che si sono radunati in Merrion Square sono i fantasmi morenti della lugubre Irlanda di ieri: il futuro appartiene a coloro che lottano per i diritti delle donne e contro i bigotti religiosi che hanno dominato la politica sociale in Irlanda per troppo tempo.

Andrew Flood

Traduzione a cura di FdCA-Ufficio relazioni internazionali

Notes:

1. Figura di spicco della "Campagna per la vita".
2. "Difesa della gioventù", organizzazione che si dedica a mantenere il divieto sugli aborti in Irlanda.
3. "Famiglia e vita".
4. Ossia, la rete delle varie organizzazioni e persone favorevoli all’introduzione di legislazione per l’aborto.
5. Una donna di origini indiana che è morta in un ospedale in Irland ad ottobre 2012, quando – durante un aborto spontaneo che ha avuto complicazioni – le era stata negata la possibilità di un intervento chirurgico per portare a termine l’aborto.
6. "The Kingdom" (regno) è il soprannome della contea di Kerry.