Chi ha paura del FMI – i loro interessi ed i nostri

 L’intervento del FMI comporterà un incremento dei tagli, la crescita della disoccupazione ed un ciclo di impoverimento in cui i pochi che avranno ancora un lavoro guadagneranno sempre meno col conseguente collasso di gran parte di quello che rimane dell’economia locale. Un "salvataggio" da parte del FMI significa un abbassamento tale dei salari e dei livelli di vita in Irlanda da permettere al capitale internazionale di cogliere l’occasione e di guardare ai lavoratori irlandesi come forza lavoro a cui offrire salari da povertà [English original]  [Greek] [Spanish] [Dutch]

 L’intervento del FMI comporterà un incremento dei tagli, la crescita della disoccupazione ed un ciclo di impoverimento in cui i pochi che avranno ancora un lavoro guadagneranno sempre meno col conseguente collasso di gran parte di quello che rimane dell’economia locale. Un "salvataggio" da parte del FMI significa un abbassamento tale dei salari e dei livelli di vita in Irlanda da permettere al capitale internazionale di cogliere l’occasione e di guardare ai lavoratori irlandesi come forza lavoro a cui offrire salari da povertà [English original]  [Greek] [Spanish] [Dutch]

 

 

Chi ha paura del FMI

I loro interessi ed i nostri

Ora è ufficiale, lo Stato irlandese sta incontrando la UE ed il FMI per un "piano di risanamento" finalizzato a salvare i capitalisti irlandesi dal disastro provocato dalla crisi del sistema capitalistico internazionale. Una crisi che in Irlanda è stata più profonda a causa della corruzione del capitalismo di casa da un lato e dall’altro dalla dipendenza dell’economia irlandese dalla "globalizzazione". Col paese intrappolato tra idioti e truffatori, non deve sorprendere che molti in Irlanda sperino che le cose possano migliorare quando la gestione delle nostre vite sarà riposta nelle mani di coloro che secondo molti potrebbero avere il bandolo della matassa.

La classe politica irlandese ha reagito col solito insignificante corpo a corpo con produzione di scorie che siamo soliti vedere altrove. Nel frattempo nel mondo reale i costi della crisi si riflettono nell’impennata della disoccupazione, nell’emigrazione, nei suicidi e nell’espandersi di uno stato permanente di paura e di ansia che affligge sempre più persone in procinto di perdere il lavoro e la casa, con la prospettiva di ritrovarsi su una strada. Il disastro annunciato minaccia di paralizzare la gente, ed in mancanza di qualsiasi risposta collettiva non gli rimane che cercare di salvarsi dall’ondata di alta marea che si avvicina. Non resta che sperare dunque che l’intervento del FMI vorrà dire che si è infine toccato il fondo.

Ma non funziona così. L’intervento del FMI comporterà un incremento dei tagli, la crescita della disoccupazione ed un ciclo di impoverimento in cui i pochi che avranno ancora un lavoro guadagneranno sempre meno col conseguente collasso di gran parte di quello che rimane dell’economia locale. Un "salvataggio" da parte del FMI significa un abbassamento tale dei salari e dei livelli di vita in Irlanda da permettere al capitale internazionale di cogliere l’occasione e di guardare ai lavoratori irlandesi come forza lavoro a cui offrire salari da povertà. In un’intervista al Guardian, l’ex-ministro per l’economia argentino, a proposito dell’intervento del FMI in Argentina nel 2001, ha rivelato che "ai bambini cattivi i genitori dicevano che li avrebbero dati al FMI". E quando il governo argentino in carica venne eletto nel 2007, ebbe facile gioco con quelle paure lanciando una campagna elettorale in cui prometteva che mai più nessun bambino avrebbe dovuto sapere cosa significassero le tre lettere del FMI".

In Lettonia, l’intervento del FMI ha provocato tagli del 20% negli stipendi del settore pubblico e chiusura di ospedali. In Grecia ha portato alla cancellazione di alcune forme di stato sociale, all’aumento dell’IVA, a tagli nella spesa pubblica ed alle privatizzazioni. L’età pensionabile è stata aumentata mentre le pensioni minime sono state ridotte, ristretto l’accesso al pensionamento anticipato. Ogni tre mesi il FMI fa il monitoraggio dei cambiamenti richiesti, prima di stanziare finanziamenti per il periodo successivo.

I metodi standard del FMI includono la chiusura di ospedali, scuole e servizi pubblici da una parte e dall’altra far pagare gran parte dell’accesso all’istruzione ed alla salute alla popolazione che se lo può ancora permettere. In altre parole, le politiche messe in atto dal governo irlandese fin dall’inizio della crisi non saranno alleviate dall’intervento del FMI, anzi verranno peggiorate ed inasprite. Ma l’intervento del FMI consentirà ai nostri politici di torcersi le mani per la disperazione e di proclamare che essendo rimasti senza aiuti, questo è il prezzo da pagare per il salvataggio. Il governo non se l’è sentita di colpire le pensioni e lo stato sociale, per paura di un colpo di frusta, ma ora avrà il FMI che farà quelle cose per suo conto. Sappiamo bene che Fianna Fáil [partito di governo – ndt.] potrebbe tornare al potere nel giro di 6 anni su una piattaforma che prevede l’uscita dal piano del FMI, una volta che il lavoro sporco è stato fatto.

C’è un’alternativa. Nel breve termine i costi della crisi possono essere pagati dagli irlandesi ricchi. Quell’1% di irlandesi ricchi possiede un patrimonio di €121 miliardi, e cioè molto più di quello che serve per pagare l’intero costo del NAMA (National Asset Management Agency, istituzione creata nel 2009 dal governo irlandese per rispondere alla crisi finanziaria e per sgonfiare la bolla speculativa sulla proprietà, una sorta di bad bank che acquista i debiti della banche in cambio di titoli di stato, ndt) che ha portato poi all’intervento. Molti irlandesi che stanno in questo 1% sono diventati ricchi attraverso gli accordi ingannevoli e i giochi truccati inseriti nel NAMA per prima cosa, permettendo a costoro di fare i milioni e lasciando i pensionati, i lavoratori del settore pubblico e privato, nonché gli assistiti dallo stato sociale a dover cercare di sbarcare il lunario e nulla più.

Coloro che gestiscono questo paese, questo 1% ed i loro servi nel Dáil (la camera dei deputati irlandese, ndt) hanno usato questa crisi per imporre una tremenda dottrina sociale fatta di tagli ai salari, perdita di servizi e di ristrutturazioni, cose che volevano imporre da anni ma che non erano mai state accettate. Se costoro possono usare la paura generata dalla crisi per cercare di ristrutturare la società in base ai loro interessi, allora noi dovremmo essere spietati. Fare in modo che questo 1% di irlandesi paghi la crisi significa che tutti noi altri dobbiamo organizzarci ed usare la nostra massa per rovesciare il gigantesco potere che deriva dalla loro ricchezza. I metodi che dobbiamo usare in questa lotta, lo sciopero generale, le assemblee di quartiere, la creazione di una grande rete di coordinamento, sono i metodi che possiamo usare per togliere il potere a questo 1% e per costruire una società liberata dalla disuguaglianza, liberata dalla potente e corrotta elite che governa le nostre vite.

Andrew
(Workers Solidarity Movement)

Traduzione a cura di FdCA-Ufficio Relazioni Internazionali

Questo articolo è stato pubblicato il 17 novembre 2010 su

[English original]  [Greek] [Spanish] [Dutch